3 settembre 2024

WELL DONE, DONS






















Eccomi finalmente arrivato ad Aberdeen. Erano anni che volevo essere a Pittodrie, in quello stadio tutto rosso della città tutta grigia. Il primo stadio del Regno Unito che per primo ha avuto tutti i posti a sedere è una copertura completa.
Aberdeen è la terza città della Scozia dopo Edimburgo e Glasgow; viene soprannominata la città d'argento perchè la lucentezza del suo granito brilla nella timida luce delle “lowlands”.
Arrivo in pieno giugno ma qui l'estate evidentemente è solo un espressione geografica per indicare un periodo dell'anno, le sue giornate infinite, ma nient'altro. Pittodrie è uno stadio abbastanza piccolo (capienza di circa 22.000 posti ) ma confortevole, situato a due passi dalla spiaggia che quotidianamente accoglie il rifrangersi delle gelide onde del mare del nord. Il centro e le sue tre torri simbolo si possono contemplare salendo una breve scalinata che sormonta un adiacente e gibboso parco cittadino.
Ad accoglierti per prima arrivando da Golf Road è la Richard Donalds stand. 
E' la gradinata più imponente di tutta la struttura, quella dove si trova il negozio ufficiale del club. 
Foto di rito, e poi però il pensiero corre veloce al perchè sono qui, a cosa ci faccio appiccicato a questi mattoncini marroni sotto una pioggia sottile con la gente che mi guarda un po' stupita e perplessa, ignorando ovviamente la mia passione per il british football.
La fondazione è datata 1903, dall' unione di tre team cittadini, l' Aberdeen (ma che combinazione direte voi.. ), il Victoria United e l'Orion. Ma le origini del club i suoi primi passi, magari anche il suo primo titolo del 1955 lo lascio fare ad altri più preparati di me.
Io sono qui perchè nei primi anni ottanta, quando è nata e pian piano maturata la mia esaltazione per il calcio di queste latitudini, l' Aberdeen F.C. Ha fatto la storia.
Ha deviato dal dogma senza essere solo la meteora di un anno, rompendo la solida egemonia dell' Old Firm, prendendosi la briga di sedersi nell'olimpo dei grandi d' Europa, battendo i più grandi. Il Real Madrid allenato dal suo mito Alfredo Di Stefano dovrà inchinarsi agli in undici in rosso. Ma a proposito di panchine su quella dei Dons c'è un “ragazzo” che si chiama Alex Ferguson che proprio grazie ai trionfi “scozzesi” prenderà la strada del Old Trafford accasandosi poi definitivamente al Manchester United.
L'Aberdeen arrivò all'epilogo della manifestazione europea senza incontrare mai troppi problemi, se si esclude il clamoroso quarto di finale contro il Bayern Monaco dove, nella gara di ritorno in casa sotto 1-2, ribalta la partita sconfiggendo i tedeschi per 3-2.
Ferguson manda in campo nella finale di Goteborg questa formazione con qualche nome che eccellente. 
Leighton, Rougvie, Mc Master, Cooper, Mc Leish, Miller, Strachan, Simpson, Mc Ghee, Black, Weir. 
Sarà proprio Eric Black ad aprire le marcature dopo appena sei minuti, ma il Real si butta in avanti e trova il pareggio quasi subito grazie al rigore concesso dal italiano Menegali, trasformato da Juanito. Siamo al 15' del primo tempo, e nonostante i tentativi delle due squadre la partita prende la strada angosciante dei supplementari. E qui il subentrato John Hewitt a poco meno di sette minuti dal termine insacca di testa un pallone che sembrava non arrivare mai, per la gioia di una città che si riverserà nelle strade a festeggiare i suoi eroi. 
Era l' 11 maggio del 1983. Well done, Dons.
di Simone Galeotti, https://lettereinchiaroscuro.blogspot.com

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