5 settembre 2024

WE LOVE YOU CITY! WE DO..

Pensate a un milanista che si sente chiedere: ”Dove ti trovavi durante la notte di Barcellona dell’89?” O ad un interista: ”Dov’eri quando Mattheus scoccava il tiro che trafiggeva il napoletano Giuliani regalando l’ultimo scudetto ai nerazzurri?”

























Ebbene
un tifoso del Manchester City ricordera’ con la stessa intensita’ il maggio del 1999! Si si avete capito bene, proprio quel mese di quell’anno che ha permesso allo United di portare a compimento il fantastico Treble (Premiership, FA Cup, Champions League).
Eh si, perche’ pochi giorni dopo che il popolo dei Red Devils aveva invaso Barcellona, quello dei “Citizens” ha fatto altrettanto presentandosi in 39.000 davanti ai cancelli di Wembley per lo spareggio dei playoff per accedere alla First Division 1999/2000.
Il Manchester City si trovava di fronte il Gillingham, dopo aver affrontato un anno turbolento con Wycombe Wanderers e Oldham Athletic due squadroni capaci di violare Maine Road.

Torniamo pero’ a quel pomeriggio di Londra e ad una partita che stenta a decollare e rimane piuttosto noiosa fino ai minuti finali. Infatti all’80° minuto con un colpo di scena passa in vantaggio il Gillingham che cinque minuti piu’ tardi addirittura raddoppia ponendo una pietra tombale sulle speranze del City di tornare almeno in purgatorio. 
Cosi’ ,una parte del pubblico Citizens (non molti per la verita’ ma nell’ordine delle 3.000 unita’) lascia gli spalti dell’Empire Stadium mentre la maggior parte della curva azzurra intona un commovente: ”We love you City,We do”
A 20 secondi dal termine dei 90 minuti regolamentari pero’, Kevin Orlock insacca quello che in nove casi su dieci e’ il classico gol della bandiera. Appena il pallone torna a centrocampo il quarto uomo espone il cartello con il recupero, 5 minuti. Insolitamente lungo per le abitudini britanniche. Cosi’,con i tifosi del Gillingham che invitano veemente l’arbitro a fischiare la fine e quelli del City che cercano di spingere avanti i loro guerrieri, al 94°minuto lo scozzese Paul Dickov con un tiro da posizione angolata che passa in mezzo alle gambe di un paio di difensori, infila la porta di Vince Bartram (quest’ultimo gia’ votato dai giornalisti come “Man of the Match”). Piccola curiosita’: Bartram, vecchio amico di Dickov, era stato suo testimone al matrimonio..
A questo punto si assiste a scene di autentica follia anche da parte dei tifosi del City che ormai avevano abbandonato lo stadio; infatti alcuni lasciano l’auto in mezzo alla strada per rientrare all’interno dell’impianto, uno addirittura raggiunto dalla notizia del pareggio tira il freno di emergenza di un treno del metro’, altri invece preferiscono assistere ai supplementari dai pubs circostanti lo stadio, lasciando che altri presenti negli stessi pubs e che non avevano assistito alla partita, potessero entrare per godersi il resto dello spettacolo. 
Durante i supplementari non succede null’altro e cosi’ si arriva inevitabilmente ai calci di rigore. Qui i tifosi del City temono che il miracolo quasi compiuto si possa interrompere sul piu’ bello visto che durante l’anno i Blues avevano collezionato una lunga serie di errori dal dischetto e che il giovane portiere Micky Weaver non era mai riuscito a pararne uno. 
Si e’ capito subito pero’ che questa e’ una giornata destinata ad entrare nella storia del City e cosi’ Weaver si erge ad eroe e para quattro rigori, dando la vittoria e la gloria alla sua squadra. Il tripudio a questo punto e’ totale, forse smisurato per chi giudica il calcio da latitudini nostrane visto che si tratta solo del passaggio dalla Second alla First Division (ai tempi la nostra serie B) di una nobile decaduta. 


Chi pero’ ha una seppur minima conoscenza della realta’ calcistica britannica sa che la passione dei tifosi e’ autentica piu’ che mai, che gli stessi tifosi che ora impazziscono di gioia sono gli stessi che avrebbero applaudito la squadra anche in caso di sconfitta; sono i medesimi che si sarebbero ripresentati in massa all’inizio della nuova stagione anche in Second Division; sono ancora gli stessi Roberto Gotta docet che battono i nostri “ultras” dieci a zero in sostanza e perderebbero con lo stesso punteggio in apparenza; sono insomma, quelli che sostengono sempre e comunque la squadra e questo vale ovviamente per tutte le tifoserie d’oltremanica. 
Chi scrive ha assistito nel 2003 a un QPR-Sheffield Wednesday di Secon Division a Loftus Road (vittoria dei londinesi per 3-0 n.d.a.) con 18.000 spettatori di cui piu’ di tremila del Wednesday che alla fine si sono uniti in un lungo applauso ai contendenti. 
O come non ricordare i tifosi dello Stoke City che durante la sconfitta per 6 a 0 a Nottingham con il Forest nella stagione 2002-2003 sullo 0 a 4 hanno iniziato a cantare: ”We’re gonna win 5-4”, poi :”We’re gonna win 6-5”e “We’re gonna win 7-6”,per concludere con un “It’s just like watching Brazil” sempre sulle note della celeberrima Blue Moon. 
Oppure ancora i tifosi del Leeds che invadono il campo all’ultima giornata ,che sancisce la loro retrocessione e portano in trionfo un Alan Smith in lacrime.
Ebbene, tutto questo e’ passione per il calcio inglese e tutti noi siamo convinti che nessun Murdoch, nessun Abramovich, nessuna partita alle 12.00pm., nessuna sosta natalizia, nessun stadio “all seated” ce la possano togliere.
di Luca Ferrato, da UKFP (settembre 2004)
Altri tempi.. gli sceicchi ancora dovevano arrivare a Manchester!

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