4 settembre 2024

Football Big Freeze.






























La storia del Beautiful Game è punteggiata da inverni freddi e nevosi, con tutto quello che ne consegue, ma la stagione 1962-63 non ha avuto eguali. 
Il Natale del 1962 è ricordato come il più “tragico” del punto di vista atmosferico, con rinvii a non finire. L’apice si toccò il primo dell’anno: non si giocò nemmeno un match di tutti quelli in programma nelle categorie professionistiche. 
Il 5 gennaio si tennero solo cinque sfide del terzo turno di Coppa d’Inghilterra che fu poi possibile completare solo l’11 marzo.
Il Big Freeze di quei giorni fece registrare temperature intorno ai -20 e abbondanti nevicate su tutto il Paese, stabilendo dei record che ancora resistono negli annali della meteorologia britannica. Roba che nemmeno con le attrezzature attuali – campi riscaldati e altre amenità – si sarebbe potuto ovviare al problema.
Il danno a tutto il movimento del football fu talmente esteso che ci si dovette inventare una sorta di “schedina” virtuale per facilitare il compito degli scommettitori – un gruppo di esperti, tra cui gli ex giocatori della nazionale Tom Finney, Tommy Lawton and Ted Drake si riunì “a porte chiuse” per deliberare un pronostico sulle varie partite in programma, pronostico che poi sarebbe valso come risultato finale qualora a vincere fosse stato il maltempo.

Tanto per intendersi, il primo turno di campionato senza intoppi dopo l’ondata di maltempo fu quello del 16 marzo, ovvero quando il Barnsley disputò solo la sua seconda partita in tre mesi e il Blackpool poté allestire la prima sfida casalinga al Bloomfield Road dal 15 dicembre dell’anno precedente. Il terreno di gioco era così ghiacciato che gli storici dei Seasiders narrano di calciatori che a inizio gennaio si divertirono a pattinarci sopra (episodi simili si verificarono anche a Halifax, che allora vantava un club in Third Division).
A Norwich si provò, senza successo, a sciogliere il ghiaccio con un incendio pilotato. 
Una volta scioltosi, infatti, ci metteva pochi minuti a riconsolidarsi…
di Luca Manes

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