18 ottobre 2024

UMBRO, un'azienda inglese.

In questo articolo vorrei parlare dell’azienda che da quasi un secolo veste le gesta dei campionati britannici, dalla vecchia First Division fino all’ultimo torneo scolastico passando per le nazionali (ovviamente quella inglese in primis) e di molti club sparsi in tutto il globo. Sto parlando chiaramente della UMBRO, azienda tessile nata negli anni 20’s per opera di Harold Humphreys in un laboratorio di Wilmslow, nel Cheshire, a due passi da Manchester. Nel 1924 la hUMphreys BROthers diviene la UMBRO così come la conosciamo noi oggi. La prima squadra a fregiarsi di mute prodotte dal celebre diamante è il Manchester City nel 1934 e a seguire lo Sheffield Wednesday che con questa maglia vince la FA Cup del 1935. Ma non solo calcio: negli anni quaranta, durante la II guerra mondiale, si producono shirts anche per la Army (l’esercito inglese). 
Tra il 1958 e il 1970 la UMBRO vince 4 mondiali: veste infatti il Brasile vincitore in Svezia nel ’58 e in Cile nel ’62 per raggiungere l’apoteosi nel ’66 vestendo l’Inghilterra, paese organizzatore e vincitore, e ancora il Brasile vincitore a mexico 70. Nel mezzo fornisce le maglie del Celtic nel ’67 che sarà la prima formazione britannica a vincere la Coppa dei Campioni e l’anno successivo le fornisce a quel mitico Manchester United del ’68 che succede proprio al Celtic nell’albo d’oro della massima manifestazione continentale per club. Sempre nel 1970, Giorgio Chinaglia di ritorno da un viaggio in Inghilterra si innamora delle divise prodotte dalla UMBRO e decide di portarle a Roma per vestire la sua nuova squadra, la Lazio: maglia blu scuro con diamante sul petto (all’epoca ancora non c’erano gli stemmi delle squadre sulle maglia). Nell’86 veste ancora la nazionale inglese guidata dal formidabile Gary Lineker senza però portare fortuna in quel mondiale messicano. Nel campionato italiano la Lazio sfoggia di nuovo bellissime maglie firmate UMBRO per 9 anni tra il 1989 e il 1998, culminati con la conquista della Coppa Italia dopo 40 anni esatti. Nel mondiale di Italia 90 ricordiamo le lacrime di un giovanissimo Gascoigne con la maglia numero 19 che peraltro fu anche una delle primissime maglie che iniziai a collezionare insieme a quella del Tottenham con lo sponsor della birra Holsten (proprio per merito di Gazza di fu un’impennata di vendite a Roma di questa maglia) che succedeva alle maglie degli Spurs appena finite di produrre dalla danese Hummel. Ancora vittorie per il prestigioso marchio: nel ’95 l’Ajax vince la Champion’s League, il Chelsea la penultima Coppa delle Coppe della storia nel 1998 e l’Inter trionfa in Coppa UEFA con una innovativa maglia a righe nerazzurre orizzontali anziché verticali. Nel 1999 il Manchester Utd firma un grandioso Treble conquistando FA Cup, Premier e Champion’s. Nel 2000 ancora il Chelsea vince l’ultima FA Cup giocata nel vecchio Wembley, l’anno dopo il Celtic c’entra il Treble scozzese. Le ultime vittorie della UMBRO, che a questo punto si può definire come un vero e proprio portafortuna, sono nei rispettivi campionati nazionali del Chelsea e del Olympique Lyon nel 2005.

Ma non solo: UMBRO si è distinta nei decenni in qualità, tradizione ma anche innovazione. Credo che abbia realizzato le più belle maglie di calcio mai viste. Anche la tedesca Adidas ne ha fornite di belle in tutto il mondo anche se credo che abbia raggiunto il suo picco tra gli anni 70 e 80 con le classiche 3 bande che scendono lateralmente dal collo alla manica e con il tipico fiore di una volta (assolutamente no il logo moderno). Da eliminare invece le maglie fornite dall’americana Nike, entrata da circa un decennio con prepotenza nel mercato calcistico ma senza lasciare un segno (a mio modo di vedere). Questo perché nonostante l’assenza di tradizione per questo brand nel mondo del calcio, si è ritenuto doveroso investire in questo segmento di visibilità mondiale. Infatti basta esaminare le squadre partecipanti agli ultimi mondiali per accorgersi che la quasi totalità porta maglie firmate da Adidas o Nike che si dividono gran parte del mercato. Per me però l’unica alternativa alla britishissima UMBRO, che anche nel solo logo trovo molto elegante, è la ADMIRAL che meriterebbe un nuovo capitolo a se (senza fare ricerche ricordo a memoria che forniva le maglie del Leeds campione della Big League nel 1992 guidato da Cantona). In conclusione voglio ricordare un aneddoto personale: la prima volta che vidi una partita di campionato inglese fu a fine anni ottanta, credo su Telecapodistria, tra il Manchester City e non so chi altro. Rimasi a lungo a cercare di capire di quale squadra si trattasse che stesse giocando con la stessa maglia della Lazio ma con un altro sponsor. Avevo circa 11 anni e dopo circa venti minuti di telecronaca capii che non si trattava della mia squadra del cuore ma del Man City che da allora rimase nelle mie simpatie. La UMBRO in quell’anno produsse le stesse maglie celesti per il City e per la Lazio con dei triangolini visibili in controluce sparsi sulle maglie. Poi l’ingresso al Boleyn Ground ha decisamente spostato il mio tifo in ambito Premier (o Championship a volte) per il West Ham mantenendo comunque una simpatia per il City anche perché è la squadra meno fortunata e meno scontata di Manchester... 
di Alessandro Mortelliti, da UKFP (dicembre 2007)

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