Quella maturata nel maggio 2007 con la sconfitta contro l’Hull City, nel nuovo stadio di Wembley, nella finale dei playoff promozione dalla Championship alla Premier League con gol dell’intramontabile quarantenne Dean Windass è stata sicuramente una grande delusione per i tifosi del Bristol City, mai così vicini, negli ultimi anni, a un ritorno nella massima serie del calcio inglese.
Questa delusione, però, seppur grande, né niente se paragonata alle sofferenze che dovettero patire i supporter dei Robins tra la fine gli ultimi mesi del 1979 e il maggio del 1982.
Nel 1979 il Bristol City militava nella First Division, allora corrispondente alla nostra serie A e veniva da un ottimo campionato nella stagione precedente: al guida del team del sud dell’Inghilterra si trovava ormai da più di un decennio (avendo assunto l’incarico nel 1967) Alan Dicks e l’obiettivo della squadra era quello di conquistare un’altra tranquilla salvezza. I piani della dirigenza di Ashton Gate sembrarono subito prendere la strada giusta quando, dove il pareggio per 2-2 sul campo del Leeds all’esordio e la sconfitta casalinga contro il Coventry, Joe Royle e compagni infilarono due vittorie consecutive contro l’Aston Villa e sul campo del Wolverhampton, entrambe con il punteggio di 2-0. Dopo la sconfitta per 1-0 contro l’Ipswich Town, la squadra di Dicks riuscì a inanellare sei risultati utili nelle successive sette partite: il problema, però, è che di questi, ben cinque furono pareggi (l’unica vittoria fu quella per 1-0 sul campo del Coventry City, mentre la sconfitta arrivò ad Ashton Gate contro il Liverpool con il punteggio di 4-0). Il Bristol City, dunque, non navigava in acque tranquillissime di classifica e le cose vennero ulteriormente complicate dalle tre sconfitte contro Arsenal, Derby County e Middlesbrough intervallate dall’unico successo, con il punteggio di 3-1, contro il Leeds. L’affermazione in casa del Manchester City per 1-0 e il pareggio casalingo con il Bolton sembrarono ridare slancio al campionato e alle ambizioni di permanenza nella massima serie del Bristol City che però, nelle settimane successive fu costretto a scontrarsi brutalmente con la realtà dei fatti: gli uomini di Alan Dicks infatti incassarono infatti dall’8 dicembre 1979 al 2 febbraio 1980 ben otto sconfitte, interrotte soltanto il giorno di Capodanno con il 2-2 contro il Brighton & Hove Albion. I Robins ebbero un moto d’orgoglio tra il 9 e il 19 febbraio quando pareggiarono in casa contro il Nottingham Forest ed espugnarono poi, in uno scontro diretto per la salvezza, Goodison Park, sconfiggendo l’Everton per 2-1. Il calendario, però, non diede una mano al Bristol City che nelle seguenti quattro partite fu costretto ad affrontare Manchester United, Liverpool, Crystal Palace e Arsenal, racimolando soltanto un punto e tornando a staccarsi dalle posizioni che valevano la salvezza. Un distacco che ormai si era fatto incolmabile o quasi, ma che l’undici di Aston Gate ebbe quasi la forza di colmare con i pareggi per 3-3 contro il Derby County e per 0-0 contro il West Bromwich Albion e le vittorie per 1-0 sul Brighton & Howe Albion e per 2-1 in trasferta sul Bolton. Questo rush finale, però si interruppe bruscamente visto che il Bristol City inanellò tre sconfitte negli ultimi cinque match e a nulla valsero il successo per 3-1 sul campo del Middlesbrough e il pari per 0-0 nell’ultima gara della stagione sul campo del Tottenham. Il Bristol City, dunque si piazzò 20° su 22 squadre con 36 punti (5 in meno dell’Everton, ultima squadra a salvarsi) e dovette così abbandonare la First Division per cimentarsi, la stagione successiva in Second Division, equivalente alla nostra serie B.
La stagione 1980-81 si aprì ancora con Alan Dicks in panchina, ma l’avvio di campionato fu a dir poco disastroso, specie se si considera che il Bristol City era appena retrocesso: nei primi tre match arrivarono soltanto tre pareggi contro Preston North End, West Ham United e nel derby contro il Bristol Rovers. Il mese di agosto, dunque, non fu positivo per i Robins e si concluse ancora peggio di come già stesse andando con la prima sconfitta stagionale, il 30 agosto, in casa contro il Watford con il risultato di 1-0. Questo ko innescò una spirale negativa, visto che in settembre il Bristol City perse ben quattro partite consecutive, segnando peraltro solo una rete, a cui poi si aggiunse un quinto risultato negativo, il 4 ottobre, con lo 0-1 casalingo subito dal Grimsby Town. Tutto ciò, oltre a condannare il City a una posizione nelle zone bassissime della classifica portò anche a un ribaltone in panchina: via dopo tredici anni Alan Dicks e incarico di allenatore affidato a Bob Houghton. Il cambio di guida tecnica, almeno inizialmente, si rivelò proficuo per i Robins che espugnarono i campi di Luton Town e Newcastle e pareggiarono in casa contro il Bolton, un’altra delle retrocesse dalla First Division. Questa continuità di risultati positivi, però, venne subito spezzata dalla sconfitta casalinga contro il Wrexham, a cui seguirono il 2-2 contro il Derby County e un’altra battuta d’arresto (1-3) contro il Leyton Orient. L’8 novembre i Robins ebbero un moto d’orgoglio sconfiggendo in trasferta il Blackburn per 2-0, ma da quel giorno la vittoria mancò per più di un mese: dopo tre sconfitte e due pareggi, infatti il team di Ashton Gate tornò a fare bottino pieno soltanto il 13 dicembre con un 3-1 sul campo del Bolton Wanderers. Anche questo risultato, però, finì per rivelarsi un fuoco di paglia, visto che fu seguito da cinque pareggi nelle successive sei partite (tra l’altro i Robins non segnarono nemmeno un gol, visto che i pari furono tutti con il risultato di 0-0 e la sconfitta con il Cambridge venne caratterizzata dal punteggio di 0-1). A poco valse, dunque, l’affermazione per 1-0 sul campo dello Sheffield Wednesday il 7 febbraio 1981, tanto più per il fatto che a questo match vittorioso ne seguirono altri sette in cui il Bristol City riuscì a inanellare solamente due punti con i pareggi contro Grimsby Town e Swansea.
A questo punto (siamo a fine marzo 1981) la stagione è praticamente compromessa per l’undici di mister Houghton che ormai vede materializzarsi lo spettro della seconda retrocessione consecutiva: nelle sei partite che mancavano alla fine della stagione il Bristol City riuscì a migliorare il proprio rendimento con due successi (di cui uno per 3-2 nello scontro diretto contro il Cardiff), due pareggi e “soltanto” altrettante sconfitte, ma questo risveglio tardivo non bastò e così i Robins chiusero al penultimo posto con 30 punti (6 in meno del Cardiff, con i Blue Birds ultima squadra a occupare una posizione che garantiva la salvezza) e la retrocessione in Division Three. A sollevare parzialmente il morale dei tifosi di Ashton Gate la retrocessione anche degli acerrimi rivali cittadini del Bristol Rovers, che chiusero in ultima posizione: al di là dei campanilismi, però, la stagione 1980-81 è sicuramente una delle più nere per il calcio della cittadina del sud dell’Inghilterra.
Per il Bristol City, però, la lenta e inesorabile discesa non era ancora finita: due retrocessioni consecutive avevano condotto la società sull’orlo del fallimento e comunque ad affrontare gravi problemi economici. In ogni caso la squadra riuscì, per la stagione 1981-82 a iscriversi al campionato di Third Division, la terza serie del calcio inglese. In panchina, almeno per la prima parte della stagione, ancora Bob Houghton. L’inizio di campionato è incoraggiante per i Robins con due pareggi e due vittorie nelle prime cinque partite, ma le tre sconfitte con soltanto due pareggi nelle successive cinque gare, fecero capire ai supporter di Ashton Gate che ci sarebbe stato da soffrire, e parecchio, anche nella Third Division. Queste paure vennero momentaneamente allontanate dai due successi consecutivi ottenuti sul campo del Reading (2-0) e in casa contro il Lincoln City (2-1) a fine ottobre e accompagnati poi anche dal pareggio per 0-0 a Chesterfield. A novembre e dicembre, però arrivarono quattro sconfitte sui sei match disputati che fecero ripiombare la squadra in piena zona retrocessione: particolarmente “sanguinoso” fu il ko casalingo per 1-0 ad Ashton Gate contro il Bristol Rovers che, tra l’altro, stava veleggiando verso una tranquilla salvezza. Con l’inizio del 1982, per cercare di dare una scossa a tutto l’ambiente ci fu un altro avvicendamento in panchina con Roy Hodgson (poi divenuto allenatore dell’Inter e ora manager del Fulham) che prese il posto di Bob Houghton.
L’inizio dell’anno che avrebbe portato ai Mondiali di Spagna, però, non fu particolarmente incoraggiante, con una pesante sconfitta per 3-1 sul campo del Wimbledon (ora Milton Keynes Dons) e tre pareggi consecutivi. Febbraio fu invece un mese che il Bristol Rovers riuscì a chiudere con un saldo positivo (tre successi contro Walsall, Exeter City e Preston North End e due sole sconfitte). Per la truppa di Hodgson la salvezza, dunque, tornò a essere un obiettivo raggiungibile, ma ancora una volta, come già accaduto nelle precedenti stagioni, a spegnere del tutto le speranze si materializzò una lunga serie di sconfitte: furono infatti ben 10 in 12 partite (le prime sei consecutive) tra il 6 marzo e il 24 aprile 1982 con gli unici risultati positivi costituiti dai pareggi per 1-1 sul campo del Carlisle United e per 0-0 ad Ashton Gate contro il Chester City. Un ruolino di marcia assolutamente negativo che, a maggio 1982, portò all’accantonamento di Roy Hodgson a cui successe Terry Cooper, che rimarrà in carica fino al marzo del 1988, nonostante le grandi vicissitudini societarie di cui tra poco daremo conto. Cooper, comunque, non riuscì a fare il miracolo nonostante nelle ultime sei gare riuscì a racimolare tre vittorie, due pareggi e una sola sconfitta. Il 18 maggio 1982, così, il Bristol City con il pareggio 2-2 ad Ashton Gate contro il Doncaster Rovers chiuse la sua avventura in Third Division in penultima posizione con 46 punti, 7 in meno del Walsall e della zona salvezza, diventando così la prima squadra inglese a subire tre retrocessioni consecutive. L’impresa, se così si può chiamare, venne eguagliata qualche anno dopo, sempre negli anni ’80, dal Wolverhampton Wanderers.
A complicare ulteriormente le cose, la crisi finanziaria della società divenne irreversibile e venne dichiarata la bancarotta: il Bristol City riuscì però quanto meno a salvare la propria esistenza con la fondazione di una nuova società a responsabilità limitata, il Bristol City Football Club che ripartì, come da verdetto del campo, nella stagione 1982-83 dalla Fourth Division. Fondamentale, per la sopravvivenza dei Robins anche il gesto dei cosiddetti “Asthon Gate Eight” (Julian Marshall, Chris Garland, Jimmy Mann, Peter Aitken, Geoff Merrick, David Rodgers, Gerry Sweeney e Trevor Tainton), tutti giocatori dagli ingaggi elevati e che accettarono di dimezzare i propri contratti e di lasciare il club pur di garantire la sua sopravvivenza. Ed è dunque merito anche loro se il Bristol City ha rialzato la testa e ora, pur non avendo raggiunto i fasti di fine anni ’70, lotta stabilmente nelle zone medio-alte di classifica della Championship, la serie B inglese.
di Giuseppe Maiorana
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