9 gennaio 2025

RECCOMENDED READING. “The Glory Game” & “Boys of '66”

Trovandomi sovente nelle condizioni di ogni accumulatore seriale ho approfittato delle recenti vacanze natalizie per cercare di mettere un po’ di ordine nella mia biblioteca.

Chi mi conosce sa che da oltre 40 anni accumulo ogni sorta di memorabilia relativa al footy degli anni 60 e 70, dai distintivi alle coccarde, dai gagliardetti ai programmi, cartoline di stadi, figurine, riviste, oggettistica varia.
I libri ricoprono una parte importante dei miei “accumuli”, si spazia dagli annuari alle biografie, dalle storie dei club ai testi sugli stadi fino a volumi sulle “firms” (più si tratta di tifoserie “minori” e meglio è..) e proprio dando una sistemata a scaffali e librerie mi sono tornati tra le mani due testi che mi hanno dato notevole soddisfazione, si tratta di “The glory game” di Hunter Davies e “Boys of 66” di John Rowlinson.

Il primo è il risultato di un esperimento socio-sportivo che risulta essere stato unico nel suo genere: per tutta la stagione 1971-72 l’autore ebbe l’autorizzazione a trascorrere l’intero periodo che andava dal precampionato fino al termine dello stesso con il Tottenham Hotspur.
Partecipò agli allenamenti, ai ritiri, fu ammesso negli spogliatoi prima, durante e dopo le partite assistendo ad ogni tipo di confronto tra giocatori e allenatore e tra giocatori stessi, viaggiò con la squadra sia in Inghilterra che all’estero, visitò i giocatori a casa, fu presente alle riunioni tra i dirigenti e lo staff tecnico. Non bisogna essere simpatizzanti o tifosi degli Spurs per essere affascinati dalla lettura, è un testo estremamente coinvolgente, pieno di curiosità e dettagli senza precedenti, soprattutto se si pensa a come oggigiorno siano blindati non solo gli spogliatoi ma anche i campi di allenamento, le sedi dei club, giocatori e allenatori che si muovono su SUV dai vetri oscurati e sotto “protezione” anche solo per avvicinarsi allo stadio.
La cosa che più colpisce è che Davies ottenne il permesso di riportare tutto ciò che vide e sentì nonostante l’iniziale diffidenza di Bill Nicholson, leggendario manager degli Spurs, uomo d’altri tempi che poco tollerava le novità del calcio di quegli anni, in primis i suoi giocatori che si facevano crescere i capelli stagione dopo stagione..
Oltre a ciò Davies viaggiò anche in treno con i fans che si recavano a Coventry in trasferta, testimoniò come i giocatori ricevevano telefonate dopo ogni partita dai giornalisti che proponevano somme di denaro per avere commenti esclusivi o addirittura si presentavano alla porta di casa. Un’accurata descrizione dello stile di vita dei protagonisti ci regala uno spaccato sociale di quegli anni, scoprendo così in che case abitavano, che programmi televisivi seguivano, che auto guidavano, che ambizioni avevano.
Da trovare e da leggere tutto d’un fiato, la prima edizione del 1972 ha costi più elevati ma ne sono state pubblicate diverse riedizioni alla portata di tutti.


Il secondo volume era stato per me una piacevolissima sorpresa dato che ritenevo di avere letto, visto, collezionato quasi tutto ciò che si riferisce al mondiale del 66 ed ai loro protagonisti.
Uscito nel 2016 in occasione del cinquantesimo anniversario del trionfo mondiale è stato curato da John Rowlinson, una laurea in storia a Cambridge e successivamente una lunga carriera alla BBC.
Quando lo comprai scontato in un “W.H. Smith” di Liverpool lo feci soprattutto perché veniva esaltato il fatto che le oltre cento fotografie presenti erano totalmente inedite, frutto di un ritrovamento negli archivi del Daily Mirror.
In effetti la parte illustrata è sensazionale e nonostante il mio scetticismo ho dovuto riconoscere che non avevo mai visto prima le immagini presenti, tranne tre.
Già questo bastava ma la lettura successiva mi diede una soddisfazione immensa perché un approfondimento così dettagliato del percorso intrapreso da Ramsey per arrivare ai ventidue selezionati per la fase finale della Coppa del Mondo del 1966 era a dir poco eccezionale.
Forse solo il molto acclamato e stupendo “Back Home”, che sviscera la spedizione messicana dei Campioni del mondo in carica per il mondiale del 1970, può rivaleggiare con questo volume.
Nei tre anni e mezzo precedenti all’inizio del mondiale Ramsey arrivò a pre-selezionare cinquanta calciatori, alcuni verranno convocati praticamente sempre, altri scartati solo pochi giorni prima del via, altri ancora verranno presi, dimenticati e poi ripresi.
Anche il profilo dei futuri Campioni del mondo sono curati con ricchezza di curiosità e aneddoti, in poche parole…tutti sanno come è andata a finire ma chi, veramente, sa come tutto iniziò?
di Gianluca Ottone

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