3 gennaio 2025

DIMMI CHE "PIE" MANGI E TI DIRÒ CHI SEI..






















Il tradizionale “pie” britannico e il calcio d’oltremanica condividono una lunga storia insieme. Rappresentano due elementi molto amati nel Regno Unito. Non troviamo tale combinazione in altre zone d’Europa, in città tipo Barcellona o Milano ad esempio, perché il clima è molto più severo ed è lui il principale motivo per cui cibo e football vanno di pari passo. 
Cosa può esserci di più anglosassone di un tortino caldo accompagnato da un “Bovril” (estratto di carne popolarissimo da quelle parti) o da un the fumante, per riscaldarsi durante una fredda partita invernale? Nessuno sa quando è stato consumato il primo tortino durante una partita di calcio, ma sembra che ci siano ben oltre cento anni di storia alle spalle.. 
Chi siamo noi per discutere con la tradizione?! Il celebre coro che intona "Chi ha mangiato tutte le torte?” si ascolta spesso durante i match e alcuni lo attribuiscono ai tifosi dello Sheffield United, che inneggiavano al loro rotondo e pesantissimo portiere, William "Fatty" Foulke. La litania è stata spesso accostata pure all'attaccante degli anni '80/'90 Micky Quinn, (soprannominato “Sumo”, per il suo peso eccessivo) a causa di un fatto occorsogli nel 1992, quando un tifoso gli lanciò una torta in campo e lui la divorò letteralmente..

Nella stagione calcistica 2008/09, un curioso tizio dal nome Tom Dickinson, viaggiò ln lungo e in largo il Regno Unito per mangiare un “pie” in ogni stadio del “Club ‘92”, ovvero in ognuno dei 92 impianti in cui si esibiscono le formazioni professionistiche inglesi. Dalla sua esperienza, nel 2011 è uscito un insolito libro intitolato, appunto, “92 pies”. Il sito web specializzato in questo campo, www.pierate.co.uk ha stilato una buffa lista delle prelibatezze più amate dai supporters. 

Non sorprende trovare il Morecambe FC attualmente in cima alla graduatoria dei “pie” fatti in casa, vista la consolidata prelibatezza del prodotto. La scelta è accuratissima, dato che la maggior parte degli impianti sportivi distribuisce cibo commerciale in serie, come “Shire”, “Pukka”, “Peters”, ecc.. E nella classifica vengono privilegiati soprattutto “pie” artigianali. Si può sostenere che il “pasticcio di carne” è la Gran Bretagna in un piatto. Può apparire alquanto elementare, senza pretese, ma dietro nasconde una storia molto più ricca di quanto sembri. La portata di cui dibattiamo è in circolazione sin dagli antichi egizi, ma l’idea di racchiudere un ripieno all’interno di una di un impasto realizzato con farina e olio, in realtà ebbe origine nell’antica Roma. La prima ricetta pubblicata prevedeva un “pappone” di segale ripieno di formaggio e di miele di capra, un modello sorprendentemente delizioso per l’antica cucina italiana. Tuttavia, il “pie” per cui ci lecchiamo i baffi oggi, affonda realmente le sue profonde radici nel Nord Europa. In passato l’olio d’oliva era scarsissimo nel territorio. Invece burro e strutto erano i componenti prediletti dai climi più rigidi e freddi a Nord del Mediterraneo. L’uso dei grassi solidi ha quindi determinato un “pastone” arrotolabile e modellabile, fino a conseguire tale prodotto. La ricetta base atta a realizzare il nostro “meat pie” è la seguente:

Preparare il ripieno:
usiamo guance di manzo e macinato di carne, cotte con vino, cipolla, aglio, timo, rosmarino, funghi e sedano a fuoco lento, fino a quando risulteranno teneri. Refrigerare il ripieno durante la notte per raffreddarlo e addensarlo.

Preparare la base di pasta frolla:
uniamo farina, burro e sale per poi frullare fino a formare un impasto. Refrigerare durante la notte.

Assemblare il pie:
rivestiamo la tortiera con la pasta frolla, premendo adeguatamente sui lati. Riempiamo col ripieno freddo. Spennelliamo il bordo della pasta con l’uovo, formiamo un coperchio con la pasta sfoglia e foriamola al centro, favoriremo così la fuoriuscita del vapore.
Infine cuociamo fino a quando il “pie” assume un colorito dorato, la pasta è cotta e il ripieno è bollente.

La pietanza ottenuta, neanche a dirlo, è abbinabile anche a molte birre britanniche, che variano specialmente per il tipo di ingredienti utilizzati nel tortino stesso. Per il classico “pie” a base di carne viene indicata la consueta “british pale ale”. La scelta migliore è rappresentata però da una birra ambrata e dolce nel contempo.
di Vincenzo Felici

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