Il Woolwich Arsenal era tra quelle più colpite, anche perché il club, nato nella zona di Plumstead, periferia meridionale di Londra, non aveva a disposizione un bacino d’utenza abbastanza ricco per attirare nuovi tifosi e riempire lo stadio. Gli incassi al botteghino continuavano a diminuire, tanto che la media al Manor Ground si aggirava intorno alle 11mila unità . Il Woolwich Arsenal fu allora messo in liquidazione volontaria. Le cessioni dei giocatori più forti rappresentò l’unica soluzione per rimanere a galla. Bert Freeman, Tim Coleman e Ashcroft furono venduti per fare cassa. Poi ci fu l’avvento del magnate Sir Henry Norris, un ricco commerciante già presidente del Fulham, che insieme a una cordata di uomini d’affari salvò il club e ne divenne presidente.
Sir Norris, che successe a George Leavey alla presidenza del Woolwich Arsenal, cercò subito di migliorare gli introiti del club, tuttavia la collocazione geografica rimase uno dei problemi più rilevanti. Ci si mise allora in cerca di siti dove poter costruire la nuova casa, il nuovo stadio.
Per poco Norris non riuscì a fondere il Woolwich Arsenal con il Fulham. Fortuna volle che non riuscì nell’intento, poiché l’operazione fu fermata dalla Football League. Ma l’idea di un trasferimento in un’altra zona di Londra oramai era più di un progetto. Norris riuscì ad acquistare un sito nella zona di Highbury, nel nord della città , su un terreno del college di teologia di St.John. Nonostante le ostruzioni dei tifosi di Woolwich e le contestazioni dei residenti di Highbury, nonché di alcune squadre “vicine” come il Tottenham FC, il presidente riuscì con tenacia nel suo intento. Per la costruzione del nuovo stadio alcuni documenti riportano una spesa finale di 125mila sterline. L’arena fu disegnata dall’architetto Archibald Leitch e venne costruito con un design simile a molti altri stadi dell’epoca: una sola tribuna coperta (la East End) e grandi terraces tutto intorno. Un accordo curioso fu raggiunto con il Borough della zona: l’Arsenal non avrebbe mai dovuto giocare in casa il giorno di Natale e il venerdì di Pasqua. Questa clausola fu tolta solo dodici anni dopo, nel 1925.
Il Woolwich Arsenal nel 1912/13 ebbe la peggiore stagione di sempre secondo gli storici dell’Arsenal. Retrocesse in Seconda Divisione, classificandosi ultima e vincendo solo tre partite delle 38 disputate. Non proprio il migliore dei modi per rendere omaggio al nuovo impianto. Nel 1913/14 l’inaugurazione di Highbury avvenne il 6 settembre del 1913, l’occasione fu la prima partita del campionato di seconda divisione contro il Leicester Fosse, vinta dall’Arsenal per 2-1. Circa 20.000 spettatori assisterono alla partita, la maggior parte provenienti da sud-est di Londra, gli stessi che rimasero senza parole dopo che l’attaccante inglese del Leicester Fosse, Tommy Banfield mise la palla alle spalle del portiere dei londinesi Lievesley. Banfield cosi fu il primo giocatore a segnare nel leggendario Highbury. Purtroppo il futuro per lui non fu roseo, visto che morì nel settembre del 1918 in guerra colpito da un cecchino su un campo di battaglia francese. A fine primo tempo l’attaccante George Jobey (un “geordie” acquistato l’anno precedente dal Newcastle) pareggiò e segnò il primo gol dell’Arsenal nel nuovo stadio, rimanendo per sempre nella storia del club, sul punteggio di 1-1 nella ripresa s’infortunò subito Jobey che, costretto ad uscire in barella, lasciò la sua squadra in 10 per quasi tutto il secondo tempo (allora non erano ancora ammesse sostituzioni). Nonostante questo Archibald Devine riuscì a segnare il 2-1 e a regalare la prima vittoria dell’Arsenal nella nuova casa. Highbury quel giorno iniziò la sua leggenda. Il trasferimento nel nuovo impianto fece salire parecchio le presenze alle partite, tanto che la media spettatori si attestò a 23mila.
Nell’aprile del 1914, Sir Norris e la dirigenza presero un’altra decisione fondamentale nella storia del club, cancellarono il nome “Woolwich” lasciando ufficialmente solo Arsenal.
La stagione 1914/15 prima dell’inizio della Grande Guerra si chiuse con un sesto posto che diventò per un errore di calcolo un quinto posto, errore a cui la Football League pose rimedio solo nel 1975.
Terminata la guerra, in tutto il paese si cercò di tornare al più presto alla normalità . Nel 1919 la rivalità con i “vicini” del Tottenham diventò l’odio che si manifesta ancora ai giorni nostri. La Football League decise che la partecipazione al primo campionato post bellico doveva aumentare da 20 a 22 squadre, quindi si dovevano decidere le due compagini “extra” che sarebbero rimaste nel massimo campionato, il Chelsea era una di queste, perché classificatosi al 19° posto (e quindi retrocesso). La seconda a sorpresa fu l’Arsenal, a discapito degli Spurs che nell’ultimo campionato prima della guerra si erano piazzati al 20° posto. In alternativa dovevano salire in First Division il Barnsley o il Wolverhampton, terzi e quarti in classifica nella serie cadetta, ma di certo non i Gunners che in Second Division si erano piazzati quinti. La Lega prese la controversa decisione durante il meeting annuale della Football League e promosse l’Arsenal in prima divisione per il lungo servizio reso al calcio inglese, poiché era stata la prima squadra del Sud d’Inghilterra ad iscriversi al campionato. L’esecutivo della lega si espresse con 18 voti a favore e 8 contrari. I buoni uffici e le conoscenze del Presidente Norris (che nel frattempo era diventato anche Sindaco del Borough di Fulham), permisero l’impossibile, molti insinuarono che questa decisione fu presa grazie ad accordi sotterranei, alcuni ipotizzarono anche un tentativo di corruzione da parte di Norris aiutato dall’amico John Kenna, presidente del Liverpool. Niente fu mai provato, anche se parecchie operazioni finanziarie di Sir Norris furono sempre sospettate di non essere proprio regolari.
In First Division la vita non fu subito semplice, anzi. Mai sopra il nono posto, nel 1924/25 l’Arsenal si piazzò 20° (l’anno prima era arrivato 19°) sfiorando la retrocessione.
Per il Presidente Sir Norris fu abbastanza. I miglioramenti e le vittorie richieste non solo non ci furono ma addirittura si rischiò per due volte la retrocessione. A pagare, come al solito, fu il tecnico Leslie Knighton. Al suo posto fu ingaggiato il manager Herbert Chapman dall’Hudderfield Town. Un vincente, reduce da due trionfi in campionato nelle due stagioni di passione dell’Arsenal. Ma soprattutto un uomo innovativo, che portò le vittorie che ancora oggi hanno reso famoso l’Arsenal nel mondo grazie ad alchimie tattiche che meriterebbero un articolo a parte.
Il 1933/34 sarebbe stata storicamente importante per l’Arsenal nel bene e nel male. Il 3 gennaio 1934 il manager Herbert Chapman morì improvvisamente di polmonite, che aveva preso nella ventosa Guildford dove si era recato alcuni giorni prima per assistere ad un match delle giovanili, nonostante il divieto del medico del club il Dott, Guy Pepper per il forte raffreddore che aveva. Lui imperterrito aveva cos’ commentato: “devo andare è una settimana che non vedo i ragazzi”. La sua ultima partita sulla panchina dell’Arsenal era stata ad Highbury contro il Birmingham City, gara finita 0-0.
Il 30 luglio del 1934, a soli sette mesi di distanza, un’altra brutta notizia accoglie la società e tutti i tifosi dell’Arsenal: la morte di Sir Henry Norris a 69 anni per un infarto nella sua casa di Barnet, un grande presidente, forse anche "traffichino", che fece grande l’Arsenal, e che lasciò una grande eredità alla storia.
di Max Troiani
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