17 dicembre 2024

PETER MARINELLO. Such a talent, such a waste





























Se Nick Hornby nel suo famoso: “Febbre a 90” dedica, nonostante le sole 51 presenze in maglia “Red and White”, più di qualche riga alla tua carriera una motivazione, per quanto intima e celata, deve esserci.
Peter Marinello arriva all'Arsenal nel lontano 1970 per una cifra vicina alle 100 mila sterline scatenando immediatamente polemiche e diatribe, vista anche la giovanissima età del ragazzo. L'esordio è contro i rivali di sempre del Manchester United e in soli 15 minuti di gioco, il 20enne arrivato dall'Hibernian, realizza la sua prima rete in First Division mettendo a sedere ben due difensori dei Red Devils. Riprendendo però, la tanto bistrattata Legge di Murphy: “Se qualcosa può andar male, andrà male” da quel fortunato 10 gennaio infatti, da un punto di vista sportivo e non, la vita del ragazzo di Edinburgo prese una piega negativa quanto imprevedibile. Passare da essere una futura stella del calcio mondiale ad autentica vittima della società degli anni '70/'80 è stato molto più facile di quello che possa sembrare.

Peter Marinello, dopo il ritiro, non ha mai, particolarmente, amato rilasciare interviste, è stato proprio un eccesso di fama ed attenzione mediatica a rovinare la sua carriera, è difficile quindi trovare dichiarazioni o confessioni del “The Next George Best”. Nel 2007 però, sorprendendo un po' tutti, ha pubblicato una sua discussa autobiografia intitolata: “The Fallen Idle” dove ripercorre con un pizzico di nostalgia una delle carriere più irragionevoli di tutti i tempi.

Senza dover per forza risultare di parte o eccessivamente romantici, la motivazione della scelta si trova esclusivamente nella: difficile situazione finanziaria della famiglia, la depressione della moglie, la tossicodipendenza del secondogenito ed il fallimento della catena di nightclub da lui stesso fondata.

Una parabola discendente ricca di aneddoti curiosi ed improbabili: la proposta di Tony Hatch e Jackie Trent di incidere un disco per rilanciare la propria carriera da calciatore, l'amicizia con Alan Ball con il quale una sera, spinto dai prodigi dell'alcool, decise di acquistare un cavallo da corsa, l'illogico, per una personalità come la sua, trasferimento in America prima di concludere definitivamente la carriera.
Gli infortuni, tormentato per anni da un problema cartilagineo, la scarsa tenuta mentale oltre che fisica, l'eccessivo amore per alcool hanno reso impossibile non solo un'esplosione da un punto di vista sportivo ma anche un'esistenza serena per uno dei talenti più tormentati di sempre.
Bertie Mee, che ebbe l'onere/onore di allenare l'Arsenal dal 1966 al 1976, prima di morire gli confessò che forse: ”I might have got it wrong with you” decisamente più memorabile di un gol all'esordio all'Old Trafford.
di Eduardo Accorroni

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog viene aggiornato senza alcuna periodicità e non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7/03/2001. L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti che siano lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima. Le foto di questo blog sono pubblicate su Internet e sono state quindi ritenute di pubblico dominio. Se gli autori desiderano chiederne la rimozione, è sufficiente scrivere un'e-mail o un commento al responsabile del sito.