18 dicembre 2024

ANGLO-ITALIAN CUP

Cari Amici, colgo l’occasione per parlarvi di una affascinante e, purtroppo, dimenticata competizione : la Coppa Anglo-Italiana
Sicuramente nota ai lettori più “ anziani “, meno a quelli più giovani..Il Torneo Anglo-Italiano venne ideato alla fine degli anni Sessanta da un allora famoso manager italiano di nome Gigi Peronace che per rafforzare i rapporti fra le leghe professionistiche calcistiche inglese ed italiana decise di portare avanti questo progetto. Uomo di spiccate doti diplomatiche, Peronace, era nato in provincia di Catanzaro e in gioventù aveva vestito la maglia della Reggina ricoprendo il ruolo di portiere. L’idea di creare questo torneo gli sorse dopo la guerra cominciando ad organizzare incontri calcistici fra le rappresentative armate inglesi ed italiane.

Laureatosi in Ingegneria a Torino, venne presto a contatto con l’ambiente Juventino e grazie alla sua conoscenza della lingua inglese divenne l’interprete degli allenatori inglesi Chalmers e Carver, contribuendo all’acquisto da parte della società torinese di campioni come Hansen, Praest, Hamrin e Charles.

Nel 1966 venne assunto dalla Federcalcio italiana e nel 1970 diede via al Torneo di cui vi sto parlando. Ad esso partecipavano inizialmente formazioni di richiamo, ma non di vertice e col passare del tempo addirittura squadre di Serie B italiane ed inglesi. 
La prima edizione venne vinta dallo Swindon Town che superò in finale il Napoli per 3-0 durante un match sospeso varie volte per gravi incidenti.. 
Morto a Roma nel 1980, Peronace ricevette l’onore di vedere dal cielo il Torneo intitolato a suo nome sei anni dopo. L’interesse degli appassionati italiani e anche di quelli inglesi non riusciva però proprio a decollare. Vuoi per i rispettivi impegni in campo nazionale ed internazionale, vuoi per la scarsa attenzione che gli organi di stampa e gli sponsor riversavano su una competizione che comunque ritengo stimolante. Dopo una prima interruzione di due anni il torneo venne riservato a formazioni semiprofessionistiche ed in seguito venne addirittura abolito il meccanismo che prevedeva la finale mista !
Dopo l’ennesima interruzione del 1986, si riprese nel 1993, anno che ha visto la vittoria della Cremonese a Wembley contro il Derby County, al cospetto di migliaia di tifosi anglosassoni. 
Nel 1996 calava il sipario sulla competizione, con il match tra il Genoa ed il Port Vale, conclusosi 5-2 per gli italiani. Riassumendo, le uniche vittorie britanniche del torneo sono dello Swindon Town ( 1970 ), Blackpool ( 1971 ), Newcastle United ( 1973 ), Sutton United ( 1979 ) e Notts County ( 1995 ). 
I “ football programmes “ relativi ai matches di Anglo-Italian Cup sono molto rari e bellissimi. In quasi tutti troviamo informazioni assai dettagliate sulle squadre partecipanti e i testi sono in italiano ed inglese (e pensare che in Italia non si sono mai degnati di dedicare qualche brochure calcistica celebrante questo evento !). 
Per esempio, nella brochure del 1978 si parla di un giovane militare italiano (Peronace, appunto !) che nel 1944 organizzò una partita tra una rappresentativa militare di Sua Maestà e la Reggina, che inflisse un durissimo 6-0 agli inglesi mettendo in crisi il Comando Alleato in Calabria.
Il Sergente di Fanteria Tom Harrison ricevette l’ordine tassativo di cancellare l’onta sportiva appena subita. Egli riuscì a convincere il Comandante di Marina, Ray Westwood (grande giocatore del Bolton), a disputare la rivincita contro la Reggina, ma nel match (disputatosi il 10/9/1944) le grandi parate di Peronace difesero uno storico 0-0. L’undici inglese oltre a Westwood e ad un giocatore di cui ancora oggi non si conoscono le generalità comprendeva Shippley, Taylor, Moss, Walker, Gilmour, McKnight, Pickering, Harrison e Stuart. 

33 anni dopo questi incontri, il “Sun“, su richiesta di Peronace, pubblicò le foto delle formazioni che giocarono nel 1944 per riunire i protagonisti di allora in una indimenticabile giornata di sport ed amicizia. Alla morte di Peronace, Ugo Cestani (Presidente Lega Nazionale Italiana Semiprofessionisti) prese in mano le redini dell’organizzazione e con l’appoggio dell’“Alitalia“ e della “ Talbot “ tirò avanti per qualche anno stabilendo buoni rapporti col Segretario della Isthmian League ( Alan Turvey ) ed il Segretario della Southern Football League ( Bill Delow ). 
La Coppa Anglo-Italiana era alta 19 pollici e fu disegnata dal Gioielliere della Corona d’Inghilterra, Mr. Garrard. Per quanto riguarda la mia esperienza personale ho “rischiato“ solo una volta di seguire la squadra della mia città, l’Ancona, a Wembley, ma in semifinale l’Ascoli ha clamorosamente ribaltato il risultato nel derby di ritorno. Non restano certo memorabili le partite della squadra dorica in Italia contro i vari Notts County, Middlesbrough, Sheffield United, Luton Town e Bolton Wanderers, partite che hanno richiamato pochissimi spettatori e botte da orbi (in campo, e fuori).
Chiedere al tecnico Cacciatori, che dopo uno di questi incontri ha perfino rischiato di perdere un occhio a causa di una rissa selvaggia. Ma rimane comunque il sapore di internazionalità che squadre di misero blasone invidiavano ai grandi Clubs internazional. 
E’ un vero peccato che questa stimolante occasione di sodalizio sportivo sia stata offuscata, negli anni, da squadre rattoppate, quasi unicamente interessate alle vicende calcistiche locali e contornate da tifosi poco preparati e spesso, violenti. Perdonaci Caro Gigi..
di Vincenzo Felici, da "UK Football please"

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