In questa puntata della rubrica dedicata agli anni ’60 vi porterò indietro nel tempo, esattamente a quella storica estate 1966 che vide l’Inghilterra ospitare l’ ottava edizione della Coppa Rimet ovvero i campionati mondiali di calcio.
Non sarà però un viaggio tra statistiche o ricordi di partite che tutti, chi più chi meno, conosciamo ma un percorso attraverso tutto ciò che accadde di contorno alla manifestazione. Innanzitutto il contesto sociale in cui si svilupperà il mondiale: siamo nel 1966, in piena “swinging London” ovvero all’apice della fama internazionale della capitale Inglese come fulcro di avvenimenti legati alla moda, alla musica, allo stile. In questo frizzante e vivace ambiente dove dominano gli stilisti Inglesi, le mode di Carnaby Street, il Beat sound di Beatles, Stones, Yardbirds, Who, gli spy-movies con Bond in testa non poteva mancare la ciliegina sulla torta, ovvero l’organizzazione dei mondiali.
La F.A. accoglie di buon grado l’onore e (e onere) della gestione della più importante manifestazione calcistica del mondo. Sicuramente gioca un ruolo importante Sir Stanley Rous allora presidente della FIFA, ma al di la di eventuali pesi “politici”, pare giusto ai più fare svolgere tale manifestazione nella nazione maggiormente di tendenza di quegli anni oltre che un premio al paese che ha codificato e reso noto in tutto il mondo il “beautiful game”. Gli organizzatori sapranno dare una svolta senza precedenti alla manifestazione: innanzitutto per la prima volta nasce una mascotte che troverà spazio sui manifesti ufficiali, su riviste, guide, sui sottobicchieri oltre ad essere realizzato sotto forma di pupazzo per la gioia dei bambini e… dei grandi. Si tratta del famoso “Willie” un simpatico leoncino che veste una maglietta con i colori dell’ Union Jack, calzoncini, 14 calzettoni e scarpette bullonate. L’immagine più diffusa è quella che si vedrà sui posters della manifestazione, con “Willie” intento a calciare un classico pallone “18 panels”. All’avanguardia sarà anche il film del mondiale che per la prima volta non sarà solo una carrellata di immagini di gioco ma un vero e proprio lungometraggio, con tanto di colonna sonora degna di uno spy-movie del periodo, che vedrà tante riprese fuori dal campo di gioco.
Ad esempio si inizia con l’arrivo delle squadre partecipanti all’aeroporto di Heathrow, il loro trasferimento sui buses verso i ritiri, quindi scene riprese tra la folla sia dentro che fuori gli stadi. Splendido il pezzo sui preparativi della finale con le telecamere che seguono i custodi e gli stewards nelle ore che precedono la gara intenti, chi a sistemare le reti chi a posare le coperte sulle poltrone del Royal Box; veramente imperdibile! Inoltre, anche qui una novità, si cerca di avere una serie di partners che provvedano a fornire gli “strumenti” di gioco. La Umbro supplirà a quasi tutte le nazionali l’abbigliamento, mentre l’ Adidas (al tempo rappresentata in UK proprio dalla Umbro) metterà a disposizione le scarpe. Anche i palloni verranno uniformati il più possibile individuando un fornitore e due colori “ufficiali” che saranno poi il bianco e l’arancione; proprio con una sfera arancione si disputerà la leggendaria finale. Lo stesso Sir Stanley Rous prenderà parte alla scelta dei palloni insieme ad un gruppo di produttori, di ex giocatori e di dirigenti della FIFA. Tutto il contorno della manifestazione viene organizzato in modo esemplare, tanto che qualcuno sostiene che tutti i mondiali successivi prenderanno esempio e spunti da quello Inglese, vedasi l’uso di una mascotte e la collaborazione con partners commerciali e fornitori ufficiali. Vengono prodotte guide per ogni città che ospiterà gare con infos su locali, divertimenti, ristoranti, bar e indicazioni su come raggiungere gli stadi. Ci fu anche lo spazio per un giallo mai completamente risolto: il 20 marzo 1966 sparisce la coppa Rimet mentre si trovava esposta a Londra per una esibizione pubblicitaria del mondiale nel contesto di una mostra filatelica. La tensione e la preoccupazione svaniscono il 27 marzo, quando il cagnolino Pickles durante la quotidiana passeggiata con il suo padrone annusa e scova uno strano oggetto nei giardini di Norwood nel Middlesex.
E ‘ la coppa Rimet in perfetto stato avvolta in un quotidiano. Respiro di sollievo per tutti e grande notorietà per alcuni giorni per cane e proprietario che verranno fotografati ed invitati in trasmissioni radiofoniche e televisive. Nessuno saprà mai se si trattò di uno scherzo oppure, più probabilmente di un vero e proprio furto con tentativo (fallito) di estorsione. Il mondiale 1966 stabilisce il record di spettatori (1.458.043) per questo tipo di competizione e l’incasso della finale (Lst. 200,000) diventa il più alto incasso mai registrato per una partita di world cup. I giocatori Inglesi ricevettero Lst. 60 per partita (ovvero il normale gettone per gare internazionali) mentre le riserve intascarono Lst. 30; inoltre un bonus di Lst. 22,000 per la vittoria (offerto dalla F.A.) fu diviso equamente tra i 22 selezionati su precisa richiesta dei giocatori stessi. Per concludere uno sguardo alle competizioni Inglesi che precedettero il mondiale: il titolo della first division va al Liverpool (che perderà per 2-1 la finale di Coppa delle coppe contro il Borussia Dortmund), mentre la F.A. Cup finisce 15 sulla sponda Blue del Mersey ovvero all’ Everton.
La League Cup viene sollevata dal WBA che nella doppia finale avrà la meglio sul West Ham con un “aggregate” di 5-3. nel frattempo John Lennon dirà che i Beatles sono più popolari di gesù Cristo e la Barclay’s bank introduce la “Barclaycard” ovvero la prima carta di credito in Gran Bretagna.
di Gianluca Ottone, da UK Football please
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