Gerry Hitchens è uno dei primi giocatori britannici, insieme allo scozzese Denis Law, Joe Baker e Jimmy Greaves, a giocare in Italia.
Centravanti generoso e dalle indiscusse doti atletiche, in patria gioca con il Kidderminster Harriers, il Cardiff City, prima di trasferirsi all'Aston Villa, dove si pone all'attenzione generale. Sir Walter Winterbotton lo fa debuttare nella Nazionale maggiore nel 1961, in Inghilterra-Messico, finita 8-0 (Hitchens va a segno dopo due minuti). Un paio di settimane dopo si ripete segnando due goal a Roma contro l'Italia, il secondo dei quali con la complicità di un clamoroso errore del portiere azzurro Giuseppe Vavassori.
Quelle due segnature stuzzicano le squadre nostrane. È l'Inter a spuntarla. In neroazzurro gioca due stagioni, segnando complessivamente 20 goal. Nel Novembre 1962 si trasferisce al Torino (l'Inter lo scambia con Beniamino Di Giacomo) dove rimane fino al 1965, mettendo a segno complessivamente 37 reti in 113 partite. In seguito gioca nell'Atalanta dove segna 12 reti e nel Cagliari, segnandone 4, prima di far ritorno in patria.
Con i rossoblu vive anche una esperienza nel Campionato Nordamericano organizzato dalla United Soccer Association e riconosciuto dalla FIFA, in cui i sardi giocano nelle vesti dei Chicago Mustangs, con cui ottiene il terzo posto nella Wester Division. A seguito delle incoraggianti prestazioni americane, il Club sardo decide di ingaggiarlo. Con 239 partite disputate e 73 reti è tuttora il calciatore inglese che ha totalizzato più presenze e reti in Serie A. Conta 7 presenze e 5 reti nella nazionale inglese, con la quale gioca il Mondiale del 1962 in Cile, segnando la rete del provvisorio pareggio nel quarto di finale perso col Brasile, per essere poi escluso dall'avvento in panchina di Alf Ramsey, deciso a non convocare giocatori militanti all'estero. Muore nel 1983 ad Hope, in Galles, stroncato da un infarto durante una partita di beneficienza.
Nel suo palmàres una Coppa del Galles (1955/56), una Coppa di Lega inglese (1960/61), una Football League (1959/60) e uno Scudetto con l'Inter (1962/63). La sua storia viene rivisitata egregiamente dal figlio Marcus e dal suo conterraneo Simon Goodyear nel libro "Centravanti Europeo. La storia di Gerry Hitchens" (176 pagine, anno 2014, Geo Edizioni), in cui è inclusa la prefazione di Gigi Riva. Ma anche il celebre mensile "Intrepido" gli dedica ampio spazio il 15 novembre 1962, raccogliendo il racconto delle sue esperienze in Nazionale. Vengono narrati gustosi aneddoti, tra cui la poderosa cinquina rifilata al Sudafrica, col portiere avversario Cliff Rudman, che onorato dalla sua bravura lo invita a cena.
O la sua carriera militare, quando un Capitano dell'esercito inglese, furioso, lo mette in punizione per essersi divorato due goal nel corso di una partitella a ranghi misti. O la sua passione per la caccia, praticata soprattutto nel periodo di permanenza ai "Villans", quando porta alla moglie Meriel innumerevoli fagiani da cucinare per cena.
E infine la sua esperienza in miniera accanto al padre, vissuta anche coi suoi compagni di squadra, curiosi di capire come ci si deve comportare a molti metri di profondità sotto terra. Nonostante la cronica avversione dei giocatori britannici alla Serie A (solo una trentina circa hanno giocato/giocano nel Bel Paese) "Pel di carota" (curioso soprannome affibbiatogli per il suo particolare colore di capelli) si immerge completamente nella nuova esperienza, per quasi un decennio. Costituisce una delle figure sportive dimenticate dal calcio inglese, sicuramente a torto.
Nasce l'8 ottobre 1934 nella città mineraria di Rawnsley, nello Staffordshire, iniziando tardi la carriera calcistica, a causa della incompetenza degli osservatori locali. Questo lo porta a intraprendere l'attività di minatore, giocando con la squadra dell'Higley Miners Welfare. Solo nel 1955, dopo una dura gavetta nelle serie inferiori, Hitchens viene apprezzato per le sue doti e si trasferisce ai "Bluebirds", segnando ben 57 reti in 108 partite ! Nel Dicembre del 1957 l'Aston Villa sborsa ben £22.500 per accaparrarselo e creare una splendida coppia d'attacco con Peter McParland, assieme a cui perfora ripetutamente moltitudini di portieri avversari: 96 goal in quattro anni.
Nel 1959 è persino fautore di una cinquina nell' 11-1 contro il povero Charlton Athletic e anche in Nazionale si comporta egregiamente, segnando il vantaggio dei bianchi sul Messico a soli novanta secondi dal suo esordio assoluto. Le sue prodezze, come accennato, ammaliano l'Inter, che lo acquista, assecondando il suo desiderio di sfidare nuove realtà calcistiche. Inoltre Hitchens è desideroso di provare la vita a diverse latitudini, compiere esperienze nuove. La società milanese viene subito ricompensata con una doppietta e prestazioni lusinghiere, nonostante il difficile ambientamento dello stesso giocatore, che trova nel rossonero Greaves un piacevole compagno di svago.
Le otto stagioni di Hitchens in Italia sono le più lunghe che un calciatore inglese abbia trascorso giocando all'estero e gli hanno conferito uno status iconico in Italia, dove ha realizzato totalmente 59 goal in 200 partite, ma paradossalmente lo hanno reso un uomo dimenticato nella sua terra natia..
di Vincenzo Felici


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