28 maggio 2025

COME NASCE LA MIA PASSIONE PER LA SCOZIA

Nel 1974 avevo 7 anni, tifavo per il Milan dopo la delusione di Verona di un anno prima, ma a livello internazionale non avevo le idee molto chiare. La mia prima raccolta di figurine fu quella del campionato 1973-74 che completai proprio in quel periodo. Così, quando verso la fine della scuola tornai a casa con l’album nero di München 74, abilmente distribuito gratis con un’ottima campagna di marketing proprio davanti all’uscita con bustina allegata, mia mamma mi guardò con aria severa: «Non vorrai fare anche questa?» mi ammonì. Erano i miei primi mondiali, e così riuscii a convincerla e inizia anche quella collezione, senza portarla a termine. La pagina della Scozia aveva su di me un effetto ipnotico, ne avevo sentito parlare perché una mia compagna di classe, cosa inusuale all’epoca, era nata a Edimburgo da madre scozzese, e questo mi aveva colpito, così come i suoi capelli biondi e occhi azzurri. L’associazione con le magnifiche divise dark-blue sia delle maglie che delle tute dei giocatori, unita ai volti, tipicamente anni ’70, completò l’imprinting: l’amore era sbocciato quasi per caso e da lì in poi la Scozia sarebbe stata la squadra del mio cuore. Ricordo la prima partita vista in diretta: Brasile-Scozia 0-0 con la telecronaca di Nando Martellini, che sottolineava la potenza del tiro di Peter Lorimer.

Seguì la delusione per un’eliminazione al primo turno causata da un solo gol di differenza reti proprio a favore del Brasile, campione del mondo in carica, con il quale giocammo alla pari.
Non sapevo che questa sarebbe stata la prima di una lunga tradizione negativa: sempre fuori al primo turno! In tutte le fasi finali, che si trattasse di un mondiale o di un europeo. Dall’altra parte la soddisfazione di vedere un paese di pochi milioni di abitanti, partecipare per sei volte su sette alla fase finale dei mondiali dell’ultimo quarto di secolo del 1900. Anche quando le squadre ammesse erano solamente sedici!

Nel 2018, dopo l’ennesima delusione per la mancata qualificazione ai mondiali di quell’anno (come l’Italia del resto) decisi di scrivere un libro dove raccontavo la mia bizzarra passione, partendo da uno striscione notato nella curva della Reggiana, la squadra della mia città. TI AMEREI ANCHE SE VINCESSI può valere per molte squadre non abituate a vincere, ma per la Scozia lo trovavo perfetto. A questo è seguita la creazione del gruppo ITALY TARTAN ARMY, più virtuale che reale, anche eravamo presenti a Monaco durante gli ultimi europei, seppur non allo stadio.

Visto il buon successo, seppur di nicchia, del primo libro, ho perseverato con LA TRAVERSA SPEZZATA che racconta in modo romanzato tra realtà e fantasia una delle più grandi imprese scozzesi: la vittoria a Wembley nel 1977 con invasione di campo e rottura della traversa, crollata sotto il peso dei tifosi appesantiti dall’alcol. Dopo alcune divagazioni su alcuni vuoti che ho voluto colmare, visto che nessuno aveva mai scritto di loro, riguardo personaggi non scozzesi ai quali sono legato come Pippo Marchioro, Villiam Vecchi e Nico Facciolo, recentemente ho voluto completare la trilogia scozzese con un romanzo più che ucronico direi folle, dove la Scozia arriva a trionfare ai mondiali di Italia ’90. CAMPIONI DEL MONDO è un viaggio durante l’estate del 1990 tra sogno, realtà, fantasia. Difficile distinguerli in questo racconto, che posso definire appassionante, anche se sono di parte. E non è finita qui, entro l’anno uscirà un qualcosa che stupirà tutti gli amanti del calcio britannico, un’opera piena di immagini, imperdibile per i collezionisti, sulla quale per il momento non posso aggiungere altro.
di Antonello Cattani

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