3 luglio 2025

[DRESSERS] "LA STORIA DI HENRY LLOYD" di Alberto Di Candia

Henri Lloyd – Tradizione, Innovazione e Cultura: dal Mare alla Strada

Nata dal genio visionario di Henri Strzelecki e dal supporto imprenditoriale di Angus Lloyd, Henri Lloyd è molto più di un marchio: è un’icona britannica che dal 1963 ridefinisce il concetto di abbigliamento tecnico e lifestyle. Fondata in una cappella sconsacrata a Manchester, l’azienda ha attraversato oceani, decenni di moda e rivoluzioni giovanili, conquistando prima i mari e poi le strade.

Henri Strzelecki, ex soldato, – affettuosamente chiamato Mr Henri – arrivò nel Regno Unito dalla Polonia dopo la Seconda Guerra Mondiale, portando con sé decorazioni al valore e una visione chiara: realizzare capi che potessero proteggere i marinai dalle peggiori condizioni atmosferiche. La sua insoddisfazione per l’abbigliamento tecnico dell’epoca lo spinse a innovare: nacquero così giacche in Bri-Nylon, zip anticorrosione, chiusure in Velcro, cuciture nastrate a mano e il successivo uso del Gore-Tex.
  
Nel 1965 lanciò la Consort Jacket, fu il frutto di due anni di lavoro, un capo pensato per affrontare tempeste oceaniche, ma anche per accompagnare l’uomo moderno nelle sue sfide quotidiane , prima di allora, tutti i prodotti erano pensati come gusci tecnici, mentre la Consort fu la prima giacca imbottita. Indossata da pionieri come Sir Francis Chichester e Sir Robin Knox-Johnston, divenne presto leggenda, simbolo di avventura e ingegneria tessile.
A partire dagli anni ’80, Henri Lloyd cominciò a varcare i confini del mondo nautico per entrare nelle sottoculture giovanili, trasformandosi in fenomeno di stile globale. In Italia, furono i Paninari a far esplodere il culto della Consort Jacket, adottandola come simbolo di appartenenza e status, conquistando seguaci con la stessa intensità con cui il parka aveva fatto breccia tra i Mods nella Londra degli anni ’60.

I Paninari, subcultura milanese iconica degli anni ’80, si distinguevano per il look curato, colorato e 100% brand-oriented: Timberland ai piedi, calzini Burlington, Levi’s 501, felpe Best Company… e poi lei, la giacca Henri Lloyd Consort. Il design tecnico diventava improvvisamente cool. Il marchio britannico veniva reinterpretato con audacia e colore, anche grazie alla collaborazione con Olmes Carretti, che ridisegnò la Consort introducendo il colletto in velluto, le maniche raglan, la patch della Round the World Race e – soprattutto – oltre 50 varianti cromatiche ispirate all’India. Il risultato? Un’esplosione di stile che ridefinì il concetto di outerwear urbano.

Nel Regno Unito, la giacca fece breccia tra i casuals, i tifosi di calcio dallo stile impeccabile, tra gli acid ravers di Manchester e nelle file fuori dall’Hacienda. Henri Lloyd diventava parte dell’identità dei giovani delle terrace culture, comparendo anche al cinema (come in Football Factory, con Danny Dyer e Green Street con Elijah Wood).

Mentre la scena "Madchester" esplodeva, Henri Lloyd veniva ancora prodotto a Salford, in una cappella convertita su Manchester Road. I ragazzi in fila per un rave sembravano marinai pronti a salpare, vestiti con giacche pensate per l'oceano ma perfette per la giungla urbana.

Negli anni ’90, anche l’America scoprì Henri Lloyd. Nell’epoca d’oro dell’hip-hop, dove stile e autenticità erano tutto, i Sailing Jackets britannici divennero l’ennesima conquista della moda urbana. Soprattutto a New York, dove la cultura street ha sempre saputo reinterpretare con gusto capi tecnici – basti pensare agli stivali Timberland, alle felpe Champion o ai beanie Carhartt. Henri Lloyd si inseriva perfettamente in questa estetica: un capo robusto, autentico, destinato a durare. Forse è lo spirito da pionieri. O forse è solo la capacità di riconoscere un buon giaccone quando lo si vede.

Negli ultimi vent’anni, Henri Lloyd ha portato la sua visione a un nuovo livello, con partnership e innovazioni che hanno mantenuto saldo il suo DNA tecnico:Formula 1 & Premi: Partner ufficiale del team Brawn GP nel 2009; premiata con DAME Awards, il brand ha consolidato la propria reputazione nell’abbigliamento tecnico di alto livello
Linea Blue Eco: Prima collezione eco-sostenibile nel segmento nautico, precursore nel riciclo di tessuti ad alte prestazioni.

Nel 2019, viene annunciata una collaborazione iconica: Henri Lloyd × Oi Polloi che rivisita la Consort Jacket in stile vintage, celebrando il legame con la cultura urbana britannica e la nostalgia Paninara. La capsule collection celebra le radici funzionali del marchio ma con lo spirito delle strade di Manchester e della cultura street britannica. Il rilancio della Consort Jacket in chiave vintage – con dettagli storici ma colori e tagli rivisitati – è un omaggio a chi negli anni ’80 e ’90 l’ha indossata con orgoglio, nei pub, nei club, sugli spalti o in Moto in Corso Buenos Aires.


Ma l’innovazione non si arresta qui: nel 2020, Henri Lloyd si unisce al designer heritage Nigel Cabourn, dando vita alla capsule "Cabournisation" – una collezione che riprende capi d’archivio anni ’60 e ’70, miscelandoli con dettagli tecnici moderni. La capsule comprende giacche da vento, polo, felpe e accessori, realizzati con cura: zip anticorrosione, cuciture nastrate, tessuti resistenti e un tocco estetico contemporaneo. Il risultato è una Spray Jacket verde smeraldo e una Deck Jacket dallo stile “mid-century sailing” .

Da Manchester a Milano, dalla vela all’hip-hop, dalle passerelle alla strada: Henri Lloyd continua a navigare con la bussola dell’innovazione, sostenibilità e identità culturale.
di Alberto Di Candia, da https://dressersroma.com/it/blog

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