24 luglio 2024

"CELTIC FOREVER - You’ll never walk alone" di Max Troiani & Luca Manes (BradipoLibri), 2009

Celtic Forever è una cavalcata tra la miriade di successi e i tanti personaggi che hanno fatto grande il club cattolico di Glasgow. Nato nel 1887 su intuizione di un prete, Fratello Walfrid, per finanziare la mensa dove i poveri di origine irlandese trovavano aiuto e cibo caldo. Dai primi Old Firm con i Rangers, ai Lisbon Lions che nel 1967 conquistarono una storica Coppa dei Campioni contro l’Inter di Herrera, fino ad arrivare ai giorni nostri, la splendida maglia a strisce bianco-verde del Celtic è divenuta un’icona, il simbolo di un’intera comunità, quella irlandese, sparsa per tutto il mondo. Una comunità che si riconosce in tutto e per tutto in un club ormai tra i più famosi del pianeta. Non a caso anche i supporter del Celtic al Parkhead hanno adottato come loro inno il celebre “You’ll never walk alone” di liverpuldiana memoria. Perché i Bhoys non cammineranno mai soli e non scorderanno mai le loro origini e la loro storia, che vale certamente la pena di essere raccontata.

...Il Celtic è stata la prima squadra britannica a conquistare la Coppa dei Campioni. Poi vennero gli inglesi, ma in principio furono i biancoverdi di Glasgow. Loro. Gli autori si lasciano guidare dalla passione senza precipitare nel pozzo dell’enfasi. Raccontano, spiegano, «spogliano». Dalla fondazione all’incoronazione. Gli anni bui, l’epoca d’oro, le ordalie dell’Old Firm, il romanzo di una squadra che, partendo dalla fiera ma angusta Scozia, ha fatto strage di cuori nel resto d’Europa…
Dalla prefazione di Roberto Beccantini
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Di squadre che rappresentano qualcosa di più di una semplice società calcistica ne è pieno il mondo. Identitarismi politici, religiosi, etnici, patriottici si mescolano di frequente con l’arte pedatoria. Una di queste squadre, forse l’esempio più radicale e radicato, è il Celtic Football Club. La squadra dei cattolici, irlandesi in prevalenza, di Glasgow. Una squadra che rappresenta tutto di quella comunità: la storia, le battaglie, la religione, l’identità più pura, la passione politica, l’espressione patriottica per l’Irlanda finalmente unita e libera. Ma anche la rivalità acerrima con i protestanti, che si riconoscono nell’arcirivale del Celtic, i Rangers. Il tutto è racchiuso in una citazione, riportata nel libro “Celtic forever”, in calce al capitolo 6: “I giocatori del Celtic devono capire che quando indossano questa maglietta non giocano per una squadra di calcio, giocano per una causa, per un’intera comunità”. Musica e parole di Tommy Burns, 352 partite in 14 anni con la maglia biancoverde.
A raccontarci la storia di questa mitica compagine, dalla fondazione voluta da un prete, Fratello Walfrid, alla Coppa dei Campioni contro l’Inter del 1967, dai primi Old Firm contro i Rangers ai successi del nuovo millenio, sono Luca Manes, habitué della letteratura calcistica d’oltremanica, e Max Troiani.
Il libro spiega perché il Celtic è una squadra unica. Unica anche nel suo più grande trionfo: la Coppa dei Campioni del 1967, quando 11 giocatori tutti provenienti dal vivaio biancoverde misero fine al ciclo della Grande Inter di Herrera. Si, avete capito bene: tutti provenienti dal vivaio biancoverde. Tutti nati e cresciuti a non più di 30 chilometri dal Parkhead, l’area dove è situato il Celtic Park. Caso unico, mai successo in tutta la storia della principale competizione europea. da www.opinione-pubblica.com

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