5 agosto 2024

LA STORIA DELLA FA Cup (part 5) - Era moderna fino al 2003.

Il racconto della storia della FA Cup volge ormai alla fine, rimane da raccontare degli anni ’90 e delle ultimissime finali, quelle dell’”esilio” in Galles. Lo scorso decennio è caratterizzato da grandi cambiamenti non solo per questa storica competizione, ma per tutto il movimento del calcio inglese.























Il Taylor Report costringe la stragrande maggioranza dei club ad apportare significativi ammodernamenti ai propri stadi (che in alcuni casi verranno messi in pensione e sostituiti con nuovi impianti); nasce la Premier League; Sky, la televisione del magnate australiano Rupert Murdoch, stipula con la neonata lega contratti multimilionari che permettono l’esborso di cifre fino ad allora impensate per l’acquisto di giocatori; allenatori e campioni (o presunti tali) stranieri imbottiscono le rose delle squadre inglesi. Insomma trionfa, come d’altronde ovunque, quello che molti definiscono, spesso con accezione dispregiativa, il “calcio moderno”. La Coppa d’Inghilterra perde una parte della sua importanza. Vincere la Premier diviene prioritario, quanto meno per le grandi d’oltre Manica. Intendiamoci, la FA Cup non viene proprio snobbata, però c’è un calo degli spettatori (soprattutto negli incontri tra piccole e grandi in casa di queste ultime) e non sempre si schierano le migliori formazioni possibili, pensando agli impegni di campionato (e/o di Champions League, altra novità degli anni ’90).
Nel 1992 si pone anche fine ai replays ad oltranza. Se ne gioca uno solo, in caso di parità si va ai supplementari e poi ai rigori. La prima finale del decennio scorso sembra però voler perpetuare il mito di questa storica competizione. Manchester United e Crystal Palace, all’epoca con Ian Wright al centro dell’attacco, mettono in scena un match vibrante e spettacolare, che termina con un inedito 3-3 che costringe le due squadre alla ripetizione. I tifosi degli Eagles, illusi da una doppietta di Wright, vedono svanire i loro sogni a sette minuti dalla fine, quando Mark Hughes pareggia il match. Nel secondo incontro – finito 1-0 e tra i più brutti della storia delle finali – ci pensa il carneade Lee Martin ad assicurare il primo successo della gestione Ferguson. Per il piccolo Crystal Palace rimane la soddisfazione di aver eliminato il grande Liverpool in semifinale per 4-3 dopo aver perso con gli stessi Reds una partita di campionato per 9-0! Potenza della Coppa d’Inghilterra… 
Nel 1991 tornano a vincere gli Spurs, 2-1 sul Nottingham dopo i supplementari, in quella che sarà la finale delle lacrime di Paul Gascoigne. Lacrime di dolore, visto che il bizzarro campione di Newcastle è costretto ad abbandonare il campo dopo pochi minuti a causa di un (suo) tackle assassino, che gli aveva procurato un grave infortunio al ginocchio. Il 1992 vede invece il ritorno a Wembley di una formazione di Second Division: il Sunderland. Il miracolo non riesce, troppo forte il Liverpool, che si impone 2-0, con il quinto gol di Ian Rush in una finale – gli altri quattro, equamente divisi, li aveva fatti nel 1986 e nel 1989.
L’anno dopo c’è la storia infinita della sfida tra Arsenal e Sheffield Wednesday. Dopo aver sconfitto Waddle e compagni nell’atto conclusivo di League Cup, i Gunners hanno la meglio anche in FA Cup, ma solo al replay (prima gara 1-1) e solo grazie ai miracoli di 10 David Seaman e al gol decisivo di Tony Adams. Segnatura realizzata all’ultimo minuto dei tempi supplementari! Forse quel giorno il Dio del calcio preferì non vedere una finale di Coppa d’Inghilterra decisa dal dischetto. Come dargli torto! Tra il 1994 ed il 1996 è sempre finalista il Manchester United, anche se con alterne fortune. Roboante il 4-0 rifilato al Chelsea nella prima occasione, con doppietta su rigore di Eric Cantona, sorprendente lo 0-1 rimediato contro l’Everton guidato da Paul Rideout l’anno successivo, ultimo successo dei Toffeemen a Wembley.
Nel 1996 invece la finale contrappone lo United ai rivali storici del Liverpool. L’eroe di una partita bruttina ma combattuta fino alla fine è il grande Eric Cantona, che a quattro minuti dalla fine manda in estasi i suoi tifosi, quell’anno già felici per aver portato a casa il campionato. Sul gol non mancano le responsabilità di “Calamity” James, allora portiere dei Reds. Ma come scordare la magica traiettoria del pallone calciato da Cantona? Difficile, così come, per opposti motivi, è stato difficile per i tifosi del Chelsea e del Middlesbrough dimenticare il primo minuto dell’atto conclusivo del 1997, che vedeva opposte le loro squadre. Forse dovremmo parlare dei primi 42 secondi, tanto bastò infatti a Roberto Di Matteo con un tiro da fuori area per stroncare le speranze del Boro e siglare il gol più veloce della storia delle finali disputate a Wembley. Ruud Gullit diventa il primo manager non britannico a vincere la FA Cup.
Nel 1998 la Toon Army di Newcastle torna a giocare una finale dopo ben 24 anni, ma l’Arsenal nega la gioia del successo ai Geordies, regalandosi un meritato double. Di Overmars ed Anelka le reti dei Gunners. Nuova sconfitta per il Newcastle l’anno dopo, quello del treble del Manchester United, troppo forte per i Geordies, dominati forse al di là del 2-0 finale. Teddy Sheringham, partendo dalla panchina, diventa l’eroe del match, con un gol e ed un assist al bacio per Paul Scholes.





















Eccoci allora al fatidico anno 2000, ovvero all’ultima finale disputata all’ombra delle due torri. Il vecchio Wembley Imperial Stadium chiude i battenti, sarà demolito per far posto 11 ad un nuovo impianto, ultramoderno ed ultracostoso. Il Chelsea liquida l’Aston Villa per 1-0 (nella foto sopra) con un’altra segnatura di Roberto Di Matteo, sfortunato eroe della tifoseria dei Blues, da lì a pochi mesi costretto al ritiro a causa di un grave infortunio. Per l’atto conclusivo del 2001 ci si sposta quindi al bellissimo Millennium Stadium di Cardiff, costruito per i mondiali di Rugby del 1999, che ospiterà la FA Cup fino al 2005.
La prima finale gallese è una vera e propria classica: Liverpool-Arsenal. Vincono i Reds in rimonta, grazie a due splendidi gol di Michael Owen negli ultimi minuti. Ma i Gunners si rifaranno nel 2002, 2-0 al Chelsea, sempre battuto dagli uomini di Wenger nelle ultime edizioni della coppa, e nel 2003, 1-0 al Southampton, che sperava di ripetere l’impresa del 1976.
Da notare che quella dell’anno scorso è stata la prima partita giocata “al chiuso”, ovvero sotto il tetto semovente dello stadio di Cardiff. Il resto è storia dei nostri giorni: l’ennesima semifinale Manchester United-Arsenal vinta dai Red Devils e la sorpresissima Millwall, i “brutti, sporchi e cattivi” del Sud di Londra, dalla bacheca dei trofei miseramente vuota, che si giocano la finale contro la squadra che ha vinto più volte la competizione (dieci successi). Come finirà? Senza scomodare il solito mito di Davide contro Golia, basta ricordare che la storia della FA Cup è ricca di sorprese, anche clamorose…
di Luca Manes, da "UK Football please" (giugno 2004)

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