Per chi è cresciuto negli anni della First Division è facile ricordare come in quasi ogni squadra ci fosse un centravanti di peso, un punto di riferimento in attacco che prendeva più botte che palloni e che lottava senza nessuna paura per finire la partita tutto intero, cercando, se possibile, anche di buttare la palla in fondo alla rete.
A memoria, ognuno potrà poi aggiungere i suoi attaccanti preferiti, mi vengono in mente Kerry Dixon, Steve Bull, Andy Gray, Mick Harford, Tony Cascarino, John Fashanu, Bian Deane, Ian Dowie, Ian Marshall, Graeme Sharp, Mark Falco, tanto per citarne alcuni.
Con gli anni, purtroppo, il calcio è cambiato. Forse troppo, forse in peggio. Di centravanti britannici ce ne sono sempre meno in Premier League e di arieti da combattimento ancora meno. Non vanno più di moda. Semplicemente in un gioco dove ognuno, in campo e fuori, è diventato un esperto di tattica e un analista di dati, non c’è più spazio per il centravanti di sfondamento. Ha vinto il calcio dei mille passaggi, del possesso a tutti i costi, anche se sterile, del pressing alto, dei portieri giudicati più per le doti di palleggio che per le parate che riescono a fare.
L’eccezione è stata fatta solo per Erling Haaland, voluto da Pep Guardiola per dare al suo City un’arma in più in un momento in cui il profeta di Santpedor ha deciso di cambiare il suo stile di gioco per tornare ad un approccio più verticale e diretto. Da qui avrebbe dovuto partire una riabilitazione almeno parziale della figura del centravanti di una volta ma Haaland lo è per davvero? Lasciando da parte i 60 milioni pagati al Dortmund per i suoi servigi, il norvegese è una delle opzioni in attacco di una formazione tra le più vincenti del pianeta (stagione in corso a parte). È il finalizzatore per eccellenza di una squadra piena di fenomeni, non è né il, solo, punto di riferimento, né l’attaccante combattente per definizione.
Questo ruolo, questo riconoscimento ufficiale io lo darei invece addirittura a un calciatore neozelandese, ad un professionista itinerante che da quando è sbarcato in Inghilterra non ha mai smesso di girare e di segnare anche se mai per un top club. Chris Wood è quanto di più vicino c’è ai nomi elencati ad inizio articolo. Lo hanno definito spigoloso, rozzo, limitato ma se oggi il Forest rischia di qualificarsi per la Champions League, molto lo deve a questo ragazzo di 1.91m venuto da Auckland.
Years |
Team |
Apps |
Goals |
2009–2013 |
West Bromwich
Albion |
21 |
1 |
2010 |
→ Barnsley (loan) |
7 |
0 |
2010–2011 |
→ Brighton
& H A (loan) |
29 |
8 |
2011–2012 |
→ Birmingham
City (loan) |
23 |
9 |
2012 |
→ Bristol
City (loan) |
19 |
3 |
2012 |
→ Millwall (loan) |
19 |
11 |
2013 |
→ Leicester
City (loan) |
1 |
2 |
2013–2015 |
Leicester City |
52 |
12 |
2015 |
→ Ipswich
Town (loan) |
8 |
0 |
2015–2017 |
Leeds United |
83 |
41 |
2017–2022 |
Burnley |
144 |
49 |
2022–2023 |
Newcastle United |
35 |
4 |
2023 |
→ Nottingham
Forest (loan) |
7 |
1 |
2023– |
Nottingham
Forest |
59 |
32 |
Considerando i cannonieri al momento in doppia cifra, si può vedere come Wood non solo sia quello che prende di più la porta ma anche quello che trasforma di più i suoi tiri in gol.
Mentre per il gigante norvegese sono sempre pronti i titoli sui giornali non appena ne insacca uno per la sua squadra, per il centravanti del Forest spesso gli sforzi passano inosservati nonostante sia servito di meno da compagni meno bravi a metterlo davanti alla porta (l’attaccante del City con quasi il doppio dei tiri ha solo due reti in più), e dagli xG si vede come Haaland abbia convertito in gol le occasioni che ci si aspettava mentre Wood ha fatto decisamente meglio (18 reti v 10.88 xG). Sarà curioso vedere se sia lui che il Nottingham potranno continuare a fare miracoli anche in Europa.
di Stefano Faccendini
Mi permetto solo di dire che lo stesso Wood, nella sua carriera, non ha mai fatto piu' di 7/8 goal a stagione ( Burnley, Leicester City, Newcastle Utd ) al massimo ha raggiunto doppia cifra ma in Championship.
RispondiEliminaE' anche vero che quest'anno al Forest gira tutto ( vedasi gli Elanga, Hudson-Odoi, Gibbs-White etc.). Ora con una quasi (manca la matematica, ma sono convinto che il Forest raggiungerà l'obiettivo) qualificazione in Europa dopo piu' di 30 anni come scritto da lei, vedremo se lui, in primis, riuscirà a confermarsi o se questa è stata la tipica stagione del Miracolo in fase realizzativa.
Ma vedere un tipico attaccante "OLD ENGLISH STYLE" fare quello che sta facendo Wood, ti fa ritornare indietro con la mente, NEL MIO CASO ai primissimi anni 90 quando ero un ragazzino che iniziava ad amare in maniera ossessiva ( TUTT'ORA ) tutto cio' che era è BRITISH FOOTBALL!
PS bellissimo articolo come del resto tutto il sito PURA POESIA