10 luglio 2024

"LA LEGGENDA DI SANT'ALBERTO, 1986 quando il Celtic infranse i cuori di Edimburgo" di Alessandro Boretti (Urbone), 2016

Nello sport, come nella vita, si gioca per vincere. E alla fine vince solo uno. Non esiste il “primo-a-pari-merito”! Tutti gli altri, come mi disse il compianto presidente dell’Hellas Verona Saverio Garonzi, alla fine di una mia vittoria sulla squadra che lui seguiva in quell’occasione, “i se gratta el cul!” Ma in un rush finale, quando si è testa a testa con l’avversario, cosa serve per vincere?
Il campionato di calcio scozzese della massima serie nella stagione 1985/86 vide il suo epilogo all’ultima giornata, quando Hearts di Edimburgo e Celtic di Glasgow si contesero il titolo. Gli Hearts giunsero a quell’ultima gara in vantaggio sui rivali biancoverdi di 2 punti, e sarebbe bastato loro un misero punto per assicurarsi quello che noi chiamiamo “scudetto”. Quel sabato, in tutta la Scozia, c’erano solo 2 persone che credevano fermamente che il Celtic potesse ribaltare la situazione e assicurasi il titolo. 
Uno era il manager David Hay, un grande talento come giocatore uscito dal vivaio biancoverde a fine anni ’60, ma persona schiva e mite che, nonostante il ritardo in classifica, durante la stagione aveva condito le interviste rilasciate ai mass media senza clamore, ma con un convinto ottimismo. Pura formalità o estrema fiducia nel proprio lavoro e soprattutto nei propri giocatori? E ancora: una squadra come affronta il lavoro settimanale, volto a rincorrere gli avversari, fisicamente e mentalmente? Qual è l’approccio che spinge i calciatori a presentarsi in campo quando l’avversario primo in classifica dista parecchi punti e le gare a disposizione per recuperare sono sempre meno? Nonostante prestazioni altalenanti e problemi di vario genere, il Celtic riuscì ad arrivare all’ultima gara di campionato con un’unica possibilità di agganciare e superare gli Hearts in classifica. Questo libro vi porterà fino a quell’ultimo piovoso sabato, il 3 maggio 1986 dove nello spogliatoio di Love Street, lo stadio del St. Mirren, scoprirete l’altra persona che credette in quella vittoria.

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog viene aggiornato senza alcuna periodicità e non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7/03/2001. L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti che siano lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima. Le foto di questo blog sono pubblicate su Internet e sono state quindi ritenute di pubblico dominio. Se gli autori desiderano chiederne la rimozione, è sufficiente scrivere un'e-mail o un commento al responsabile del sito.