Salve. Mi chiamo Damiano, sono di Roma ed ho una smisurata passione per il calcio d'oltremanica fin dai primi anni 2000.
-Di quale squadra britannica sei tifoso e come mai?
Più che britannica mi sento di dire "scozzese" o, meglio ancora, irlandese. Penso che il riferimento sia abbastanza chiaro: CELTIC!
Il motivo è, va detto, molto particolare. Quasi inspiegabile a parole in quanto, questa mia passione biancoverde, è venuta fuori più per dei tratti e sentieri legati alla storia d'Irlanda rispetto al vero e proprio football. Sia chiaro, sono da sempre, un forte appassionato di calcio, ma quando si tratta di Celtic non ci si può soffermare al solo calcio giocato.
Come dicevo, essendo sempre stato appassionato di storia, ho sempre visto con grande interesse la questione sociale legata all'Irlanda. Spesso calcio, storia e questioni sociali, soprattutto oltremanica, si mescolano bene tra di loro e quindi, unendo tutto ciò, venne fuori questo mio ammiccamento per il Celtic.
La prima volta che vidi giocare i Bhoys (in TV) fu nella cavalcata di Coppa Uefa edizione 2002-2003 (persa in finale putroppo) contro il Liverpool ai quarti. La maglia Hoops a strisce orizzontali bianca e verde ed il Celtic Park suscitarono, in me, fin da subito, un forte fascino. Col tempo mi ritrovai a leggere innumerevoli libri riguardati il football e l'arcinota rivalità con i Rangers. L'Old Firm era, penso, la cosa legata al calcio più bella che io avessi mai scoperto all'epoca. Tutto ciò iniziò ad essere "condito" con letture legate alla questione irlandese. Solidarizzando più nei confronti del tricolore irlandese, venne da sè che il mio legame con il Celtic fu ancor più forte di quanto avrei mai potuto immaginare.
Siamo arrivati, oggi che ho 31 anni, al punto che la mia quotidianità, da tifoso, è data da un doppio battito di cuore per le mie due squadre. Una è quella della mia città natale, l'altra è sita, appunto, a Glasgow. Il Celtic è entrato a pieno regime nel mio vivere da tifoso. All'inizio, forse, era una semplice simpatia. Oggi è una costante sotto tanti aspetti non solo legati al campo di gioco. I Bhoys rappresentano, da sempre, un faro per gli ultimi e gli emarginati della società (soprattutto in Scozia ma non solo) ed anche le motivazioni per il quale lo stesso club nacque sono più che nobili.
-Come è iniziata la tua passione per il calcio britannico e quali sono le caratteristiche del calcio britannico che piu' ti piacciono?
La mia passione per il calcio britannico non iniziò, al contrario di ciò che si possa pensare, grazie al Celtic. A dare il via a questa passione fu merito di uno dei club più famosi al mondo. Trattasi del Manchester United. Ebbene, nei primi anni 2000, mi capitava di seguire (in tv o tramite giornali), di tanto in tanto, le gesta di questo club guidato da Sir Alex Ferguson. Vedevo questa squadra in maglia rossa che, ai tempi, era quasi totalmente "Made in UK". In quel periodo si trovava, molto spesso, a darsele di santa ragione, non solo a livello tecnico, con l'Arsenal di Wenger. Il fascino aumentava quando una squadra inglese o scozzese mi capitava di vederla in tv nelle competizioni europee. Quegli stadi, quei campi, quell'atmosfere. Che bellezza!
Con l'avvento di internet, leggendo su vari forum qua e là ampliavo sempre di più conoscenze legate al calcio da quelle parti. Ho un ricordo bellissimo e recentissimo di quando ho avuto il piacere di visitare il Craven Cottage del Fulham. Visitare quell'impianto era un sogno nel cassetto da sempre e, proprio di recente, ho avuto modo di realizzarlo.
Le caratteristiche del calcio britannico che più mi piacciono, tendenzialmente, sono le atmosfere ed il modo di vivere i match da parte dei tifosi. Facendo un paragone con il calcio nostrano, percepisco che, da quelle parti, il football sia parte integrante della quotidianità di una comunità. Se la tua squadra del cuore perde, oltremanica, i tifosi si arrabbiano senza dubbio, ma la cosa poi tende a scemare perchè, comunque sia, il proprio club non può essere discusso. Non a caso, a prescindere dalla categoria, gli stadi sono il più delle volte strapieni a tappo. Il senso di appartenenza territoriale è un fattore chiave. Da quelle parti la gente respira calcio sempre, magari accompagnato da una bella pinta. Nonostante il calcio moderno abbia cambiato (troppo secondo me) le vesti anche da quelle parti, l'anima è rimasta forse ancora intatta. L'anima, si sà, è data dai tifosi che altro non sono il cuore pulsante del football stesso. Quindi, probabilmente, ad oggi, le tradizioni, la passione e gli usi e costumi ancora resistono nel calcio britannico anche se la pelle, leggermente è cambiata anche a fronte, come detto, dei tempi moderni.
Atmosfere, stadi, territorialità e forte appartenenza. Questo è il calcio d'oltremanica per me!
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